il vescovo in parrocchiaUno degli avvenimenti più significativi della fine dello scorso anno pastorale nella nostra Parrocchia, è stata la partecipazione del nuovo Vescovo all'assemblea parrocchiale del 10 Giugno scorso. In verità Monsignor Mazza era già stato ospite in parrocchia in diverse occasioni, quali la celebrazione del Patrono il 1° Maggio, la Stazione Quaresimale ed altri momenti feriali spontanei; ma l'invito all'assemblea lo ha felicemente sorpreso.
Nella sala parrocchiale, naturalmente affollata, egli ha ascoltato la relazione introduttiva del parroco e brevi interventi di laici incaricati nei settori pastorali più significativi: liturgia, catechesi catecumenale dei ragazzi, catechesi e Lectio divina degli adulti, catechesi battesimale e Gruppo Famiglie, pastorale giovanile e attività dell'oratorio. impegno caritativo e missionario, mezzi di comunicazione, amministrazione, volontariato parrocchiale, ecc.
II presule è quindi intervenuto, ringraziando il Signore per questa opportunità e invitando tutti a lodare insieme la Provvidenza divina, esordendo poi con queste parole: "Non sono portato a fare complimenti, ma ringrazio Dio per questa comunità, ed il suo parroco, per quello che siete e per quello che fate" Quindi ha richiamato quei punti che, come Pastore della diocesi, ha ritenuto più importanti per la nostra parrocchia e che pertanto riteniamo giusto riportare su questo "Bollettino",
"Avete premesso che la preghiera è la caratteristica su cui vuol basarsi questa comunità. Questa scelta è fondamentale. Se qualcuno ha avuto una famiglia cristiana lo ricorderà: se noi preghiamo vuol dire che siamo mossi dallo Spirito e questo è I'essenziale. Un credente è per natura un «orante» che vuol stare di fronte a Dio. Pregare vuol dire aver già percorso una grande  strada nella vita cristiana; non pregare invece vuol dire non essere neanche credenti".

Quindi il vescovo si è soffermato su alcuni punti delle varie relazioni ascoltate riproponendole con forza alla comunità. "Partirei dalla Catechesi, della Iniziazione cristiana, oggi detta anche «Catecumenato dei bambini e ragazzi», e questo è un aspetto che mi ha piacevolmente sorpreso. La cate¬chesi non può che essere una iniziazione cristiana, è una necessità senza la quale una comunità non va da nessuna parte: non è la scelta di qualcuno, ormai è la scelta della chiesa e dunque dovrà allargarsi a tutta la diocesi. La scelta editoriale di raccogliere l'esperienza in un opuscolo mi è parsa lodevole e da farsi: spero che vada avanti e che sia sempre più approfondita.
A riguardo del vostro impegno missionario: ho capito dalla relatrice che non solo siete impegnati fortemente su diversi fronti lontani (India, Togo, Russia, ecc.) ma che parlate anche della missione in casa nostra, davanti alla quale dovremmo avere una sorta di compartecipazione. In Fidenza per esempio abbiamo una presenza di 70 nazionalità! Dovremmo iniziare un percorso di iniziativa diocesana di incontro che si attui con una strategia comune per far felici anche questi nostri fratelli...
E poi la «Lectio divina» che dovrebbe essere quella grande scuola che è un aspetto importante della formazione ad un cristianesimo adulto. Noi purtroppo conosciamo male la Bibbia; allora una parrocchia che si impegna in queste iniziative fa una cosa importante.
Vorrei spendere una parola speciale per l'oratorio parrocchiale. E' stata per voi una scelta molto saggia inserirvi un operatore professionale competente e appassionata. Io ho una venerazione speciale verso gli oratori e sono contento che si investano forze umane ed economiche per essi. L'esperienza dell'oratorio è emblematica ed essenziale perché diventa luogo dove tutti, specialmente i giovani, possano fare una piccola esperienza di Chiesa. E se poi i giovani frequentatori dovessero abbandonarlo, questa esperienza rimarrà in loro come un sigillo positivo per tutta la loro vita.
Infine vi dico che laddove c'è una comunità viva nascono tante belle iniziative quali le vostre: la banca del tempo, il commercio equo e solidale… Ma soprattutto i Gruppi di Famiglie che animano tutta la comunità, perché la famiglia è la centralità organica e dinamica in tutte le sue funzioni: la famiglia è il «focus»...
Non vorrei poi dimenticare la vostra Casa di Preghiera in Siccomonte. E’ stato per me un crescendo di innamoramento perché è un luogo di straordinario carisma: vorrei che diventasse un fiore all'occhiello di tante altre realtà, un luogo dove si fa maturare l'interparrocchialità.
Concludo dicendo: ritorno al grazie iniziale che è sintesi di tutto, perché vedo e tocco con mano che questa comunità è viva perché Cristo Risorto è vivo in essa".