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Il caldo abbraccio di don Felice a don Mauro, nuovo parroco nella chiesa di San Giuseppe

Articolo pubblicato su “il Risveglio” del 12 ottobre 2018

Don Mauro Manica, il nuovo parroco di San Giuseppe Lavoratore, è arrivato nel tiepido pomeriggio di domenica 30 settembre accompagnato da un nutrito corteo di giovani delle "sue" parrocchie della bassa piacentina. I ragazzi di Castelvetro, San Giuliano e Croce Santo Spirito portavano un "baule dei ricordi" contenente simbolicamente tutte le esperienze che ora si arricchiranno con la nuova avventura nella grande parrocchia fidentina.
L'incontro sul sagrato è proseguito con il lungo abbraccio fra Don Mauro e Don Felice Castellani, che ha lasciato San Giuseppe dopo 35 anni di ministero, a testimonianza dell’eredità spirituale lasciata dall'ex parroco al nuovo.
Quindi, il baule dei ricordi preso in carico dai ragazzi di San Giuseppe è stato portato dinanzi all'altare ed è iniziata la solenne concelebrazione, cui hanno partecipato oltre a Don Mauro e Don Felice, il vicario generale della diocesi Don Gianemilio Pedroni, il cancelliere Don Alessandro Frati, il cerimoniere Don Luca Romani, Don Stefano Garilli parroco di Ferriere, Don Marek, Don Remo Toscani, Don Zikaria e i diaconi Pierino, Marco, Pierluigi e Massimo.
Era presente l'assessore Alessia Frangipane del Comune di Fidenza, che ha ricordato la proficua collaborazione già sperimentata con Don Mauro riguardo alle politiche giovanili.
Nella chiesa gremita come poche altre volte, la comunità parrocchiale ha salutato con un toccante discorso di benvenuto il nuovo parroco, ora chiamato a prendersi cura con passione di tutti e di ciascuno, avendo come modello il patrono San Giuseppe e come parrocchiani non solo dei collaboratori ma dei corresponsabili pronti a dare forza alla comunità.
Lo stesso don Mauro, nella sua omelia, ha sottolineato che essere laici corresponsabili non è cosa da poco: vuol dire non solo fare le cose insieme in comunità ma anche sentire che c’è una rete di rapporti e di amicizie, diventa quindi una scelta di vita. Corresponsabili vuol dire: “si lo voglio, io ci sono!”. E seguendo Gesù si abbattono i confini.
Su questo richiamo all’unita Don Mauro ha concluso ringraziando per l’ospitalità ricevuta al suo ingresso in parrocchia e per quella che lo ha accompagnato fino a qui.
Al termine della Santa Messa, la festa è proseguita nel parco attorno alla chiesa con momenti di convivialità, e la serata è continuata in allegria con un simpatico “quiz” sulla parrocchia che ha visto per protagonisti Don Felice e Don Mauro.

Il nuovo parroco si appresta quindi a guidare la comunità del popolare quartiere Corea, una zona che negli ultimi decenni si è molto ingrandita e da semplice quartiere operaio si presenta oggi come una realtà variegata, dove sono presenti anche aziende produttive e di servizi, e famiglie giovani soprattutto nei nuovi insediamenti di Villa Ferro.
Don Mauro Manica, 59 anni, è stato ordinato sacerdote dal vescovo Zanchin nel 1984. La prima esperienza pastorale è stata proprio in San Giuseppe, come vicario parrocchiale fino al 1992. Ed è stato in quel periodo che tanti giovani hanno ripreso a frequentare la parrocchia, l’oratorio e i gruppi, coinvolti nelle vulcaniche iniziative di Don Mauro, che da allora chiamano affettuosamente “Domma”.
Fra i vari incarichi ricoperti ricordiamo il suo ruolo di assistente diocesano di Azione Cattolica, attraverso il quale ha sempre promosso la collaborazione interparrocchiale nella nostra piccola diocesi.

Uno dei passaggi più significativi della lettera di saluto al nuovo parroco sintetizza il cammino che la parrocchia si appresta con entusiasmo a compiere: “In un periodo in cui si dà tutto per scontato, noi fedeli non ci rendiamo spesso conto della bellezza e della grandezza del ministero di un sacerdote, uomo di Dio tra noi.
Il filo rosso dei rapporti non si è mai interrotto, grazie ai continui contatti personali con molti di noi, con i gruppi di famiglie e, soprattutto, grazie agli incontri di Azione Cattolica.
Noi poniamo grandi speranze in te. La tua presenza amabile, la tua spontaneità e la tua creatività informale fanno di te un “prete-calamita”. Per noi, a volte duri come il ferro, sarai certamente un bel polo d’attrazione.
“Insieme” è la parola magica che ci farà avanzare come comunità, perché solamente insieme diventiamo popolo di Dio che cammina verso il Regno.
Oggi, con la tua presenza, prende ancora più forza in noi un sogno: quello di diventare sempre più una comunità in grado di avviare progetti, o almeno porre dei segni che indichino che il Signore è presente in mezzo a noi. Una comunità capace di inventare nuove strade di evangelizzazione, aperta e fedele alle rotte indicate dallo Spirito. nella vicinanza reciproca, camminando insieme!”