È il Signore!

Il cammino di Pietro e Giovanni verso la Pasqua

13 marzo 2011

Ascolta l'annuncio di Fausto Negri:

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Fausto Negri

1- Alle tre seduzioni del Principe della Menzogna, Gesù risponde con la Parola di verità.
- La prima tentazione riguarda il rapporto con noi stessi e con le cose (l’illusione che i beni riempiano la vita).
- La seconda è una sfida aperta alla nostra relazione con Dio (un Dio magico a nostro servizio… un Dio da “tenere buono”)
- La terza, infine, riguarda la relazione con gli altri (la fame di potere, l’amore per la forza).

Le tentazioni di Cristo sono anche le nostre.

Cosa succede quando ci seducono?...

2- Le tre risposte di Gesù nella Cena pasquale.

Gesù risponde con la Parola di verità e con la forza dell’amore. Nella Cena pasquale, sunto della sua vita, risponde in tre modi:

a- istituisce l’Eucaristia

b- dà un comandamento nuovo

c- lava i piedi ai discepoli

 

a- Gesù si fa pane

Gesù si oppone alla prima tentazione opponendo la fame dell’anima alla fame del corpo. Con la sua disarmante semplicità, Gesù propone se stesso, la sua persona come pane per la vita. Invita ad imparare ad alimentarsi da Lui, anzi di Lui, del suo essere, della sua vita stessa. Gesù si offre come pane e bevanda, come alimento pieno e totale. Gesù propone Eucaristia invece di chimica, la sua Parola invece di oggetti che si pensa diano salvezza. Dona il suo corpo per trasmettere in noi la sua forza. L’Eucaristia è la vita stessa di Dio in noi. Gesù non risolve i problemi del mondo, ma si dona come cibo e bevanda per affrontare l’anemia del cuore e l’anoressia spirituale della mente. Egli non rende la vita facile, ma radicalmente diversa e più felice.

 

b- Il Comandamento nuovo

L’alleanza con Dio non è più basata sull’osservanza di una Legge, ma sull’accoglienza del suo amore. Un amore che viene offerto, non viene imposto e che allora tutti possono accoglierlo. L’uomo non vive più per Dio, come nell’antica alleanza, ma l’uomo vive con Dio. Dio non diminuisce la persona ma la potenzia.

«Se mi amate, osserverete i miei comandamenti». Gesù bussa alla porta del nostro cuore con grande vigore e, nello stesso tempo, con estrema delicatezza. C’è infatti una montagna che Dio stesso non può scalare: il nostro cuore. Egli non dice: «Devi». Invita con un “se”. Non dice: «Amate me come io ho amato voi», ma «amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi». Egli chiede di fare dell’amore per l’essere umano la prova, il criterio, la pietra di paragone dell’amore di Dio. Il suo desiderio più profondo è, quindi, di realizzare una comunione fatta di intimità con Dio e di solidarietà con gli esseri umani.

 

c- Un Dio che serve l’uomo.

In terzo luogo Gesù compie un gesto d’amore, che afferma il valore di ciascuno. Se il Maestro lava i piedi a tutti gli apostoli, significa che ognuno è amato e benvoluto da un Dio che si fa prossimo. Amare l’altro implica fargli prendere coscienza della sua dignità, rivelargli la sua vera ricchezza, aprirgli gli occhi e il cuore sulla sua reale grandezza. Amare è essere felice per la presenza dell’altro. Gesù, il Signore, si fa “servo” perché altri cessino di considerarsi un numero, una sigla, un soggetto qualunque.

Gesù inaugura una diversa scala di valori, ci dà una lezione di grandezza, ma di una grandezza che ha cambiato aspetto e che non consiste nel dominare, ma nel servire. Ci apre gli occhi sul vero volto di Dio: un  Dio che non tiene il mondo ai suoi piedi, ma che è ai piedi di tutti. Che non guarda più gli uomini dall'alto, ma che si inginocchia per purificarli dal basso. Che non è solo il Signore della vita, ma il Servo della vita. Il servizio è l'unica vera forza che sostiene e manda avanti il mondo, il segreto dell'autentica civiltà, perché questo è il tuo stile, cioè lo stile di Dio.

 

3- L’assunzione della morte

I racconti evangelici più che sulle cause storiche per cui Gesù muore, pongono l’accento sulla sua volontà con cui l’assume liberamente, fino a desiderarla ardentemente. È, questa, un’affermazione inquietante perché la morte alla quale egli va incontro non è la morte naturale (come per il Buddha), da accogliere saggiamente come sorella, ma la morte ingiusta e violenta alla quale sarebbe giusto sottrarsi e ribellarsi. Non perché egli è un masochista, bensì perché vuole portare dentro la sofferenza ingiusta l’antidoto che ne infrange la logica e la sconfigge. Gesù non rispondendo all’inimicizia con l’inimicizia, abolisce lo spazio dell’odio e riapre al nemico lo spazio dell’amicizia. Porre un gesto di amore gratuito nel mondo della morte è – miracolo ed evento! – collocarsi fuori della spazio della morte.

La morte non è l’ultima parola. Dio era con lui e non l’ha abbandonato nella e alla sua morte, ma lo ha risuscitato reintegrandolo nello spazio della vita. Gesù non è il Perdente ma il Vincente; non l’Umiliato ma l’Innalzato; non l’Ignominioso ma il Glorioso, non il Morto ma il Vivente.

 

4- Il cammino di Pietro

In Pietro, dopo il tradimento e la morte di Gesù, c’è confusione, pessimismo, paura, mancanza di entusiasmo…

- Non crede più di avere una missione da Dio.

- Non crede che i suoi peccati siano veramente rimessi e rimossi.

Dopo l’incontro con Gesù sul lago:

- Pietro ha una più viva coscienza della propria fragilità. Risponde a Gesù: “Tu sai”… cioè “non voglio affermare più niente di me”. Si lascia amare.

- Prende coscienza della bontà e della misericordia di Dio su di lui. Un Dio che non abbandona mai, nonostante tutto. - - Fa l’esperienza del perdono ed ora, in quanto perdonato, può perdonare. È un “guaritore ferito”, un peccatore che aiuta altri peccatori a conoscere Dio. .

- L’incontro con Gesù permette a Pietro di puntare sull’essenziale. “Sai vivere di un amore di amicizia? Sai amare con un amore gratuito? Ami me più di tutti e di tutto?”. Pietro è interrogato sull’amore e non sulla fede, perché la fede è l’occhio dell’amore. Prima c’è l’amore di Dio che si riversa nel nostro cuore ed è questo amore che ci permette di credere, di abbandonarci, di fidarci.

- Prende coscienza del suo posto indispensabile nella comunità: essa appare come opera di collaborazione. Ciascuno col proprio compito,seguendo l’invito di Gesù, gettando le reti sul lato destro, cioè il lato della bontà, e ricercando vie nuove…

CONCLUSIONE

- Siamo chiamati a una sempre nuova e più grande intimità con Gesù, affidandoci a lui e confidando in lui, così che sia lui a operare e a vivere in noi…

- … Nella convinzione che Dio rimane misterioso, un orizzonte inarrivabile del nostro decidere, del nostro pensare e del nostro agire.

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