Riprendiamo il cammino insieme con il programma proposto dal Vescovo alla Diocesi

don FeliceCarissimi.
Anche se la comunità come tale ovviamente non ha mai chiuso per ferie, molti di noi (non tutti purtroppo) hanno potuto vivere momenti di riposo o a casa o altrove. Auguro che questa sia stata occasione per una ripresa di fiato e che abbia fatto bene non solo al fisico, ma anche allo spirito.
Vorrei far pervenire a tutti l’invito a riprendere con entusiasmo il cammino comunitario. Allora, voglio presentarvi il programma pastorale proposto dal Vescovo a tutta la Diocesi per il prossimo anno. Il tema, preso dal Vangelo, è: “E’ il Signore!”
La “scommessa” di quest’anno, sgorgata dalle riflessioni del Consiglio Pastorale, è quella di rivitalizzare il più possibile la Caritas parrocchiale per cercare di far fronte, nei limiti delle nostre povere forze, alle nuove situazioni di povertà che vanno sempre più aumentando anche sul nostro territorio.
Ci impegneremo anche sul fronte della Liturgia domenicale per essere più credibili e accoglienti verso i fratelli e le sorelle, soprattutto nel momento culminante dell’esperienza cristiana, come è la Messa festiva.
Un cordiale saluto a tutti nel Signore.
don Felice Castellani

 

Prendendo come “icona biblica” il brano che narra l’ultima apparizione del Risorto, in cui gli Apostoli riconoscono Gesù in riva al Lago di Genezaret (Gv.21.1-19) il Vescovo, dopo una approfondita riflessione sul testo, ha proposto queste attualizzazioni, di cui riportiamo ampi brani e su cui fondare il programma pastorale diocesano per il 2010-2011

Rendere visibile ed efficace Gesù

E' il Signore!Da questo episodi evangelico discendono conseguenze e applicazioni molto stringenti per noi, Se abbiamo incontrato il Signore, perché siamo così riservati e schivi a parlare di lui? Perché siamo così riluttanti a parlare veramente nel nome di Gesù, nell’annunciare la sua presenza e la sua venuta? Cosa ci impedisce di riconoscere il Signore presente in noi e nella Chiesa?  
Si capisce bene allora che la Chiesa e ogni fedele devono recuperare lo slancio missionario, cioè la forza profetica di annunciare ciò che credono, con coraggio e franchezza. Tuttavia questo avverrà solo se Gesù trasformerà la nostra vita e se si riuscirà a ritrovare unità e comunione interna, convertendo i nostri cuori.
Dobbiamo rendere visibile Gesù. Nel racconto della pesca miracolosa Gesù non si è imposto con la forza esteriore, ma attraverso la forza interiore della sua presenza, la forza della verità. Tocca ora a noi testimoniarlo da cristiani umili e veri, operosi e disposti a servire i poveri, i piccoli, gli indifesi, ed essere cristiani capaci di vita interiore e di preghiera.
Occorre perciò rendere efficace Gesù. Nel racconto della pasto Gesù ha predisposto tutto, non è stato inerte. Così dovrebbe accadere nella vita personale e comunitaria, nella predicazione e nella carità della Chiesa: rendere Gesù efficace e significativo. Se Gesù è “il Signore”, ogni cristiano è chiamato ad un compito ineludibile, quello di “testimoniare” la salvezza ricevuta, la grazia stupenda di “essere cristiano”, il dono di appartenere a Cristo e al “suo” destino di morte e di gloria.

Decidersi per il Signore

Da questa prospettiva avvertiamo come la nostra Chiesa abbia bisogno di “riconquistare” Gesù. Ciò implica una scelta coraggiosa sia a livello personale che comunitario: la scelta di non temere di sottoporsi alla sua signoria di amore, di lasciarsi “attirare” da lui, di porlo al centro di ogni pensiero, di ogni azione, di ogni programma. Cioè di seguirlo fino in fondo.
Decidersi per il Signore implica uscire da noi stessi e dal garbuglio delle nostre tristezze e contraddizioni; chiede di procurarsi un salto di qualità nella vita interiore; esige di esporsi nella vita pubblica non con gli strumenti delle ideologie ma con la forza pura e “razionale” del Vangelo di Gesù….per essere e dirsi cristiani.

Riconoscersi nella Chiesa

mons. MazzaL’esperienza pasquale dei discepoli, con Pietro capo e con il discernimento d’amore di Giovanni, ci insegna a vivere il Signore, vivente e presente nella sua Chiesa, ma altresì a riconoscersi “chiesa” e nella “chiesa”, sia nella sua mirabile espressione di unità e di universalità e sia nella sua effettiva rappresentazione particolare nella Chiesa locale. Ciò è necessario e ineludibile.
In realtà il Programma Pastorale Diocesano 2009-2010 dal titolo “La Chiesa che vive in Fidenza. Fedele al Vangelo di Gesù Cristo e aperto alla storia”, ha aiutato a meglio entrare nel “cuore della chiesa” con cognizione di causa e con impegno pratico, soprattutto alla luce della visione ecclesiale dell’apostolo Paolo, attraverso quelle che sono state chiamate le “cinque vie”, secondo la seguente scansione: la via dell’esperienza, la via della rivelazione, la via della comunione, la via della missione e la via della “passione”.
Ora nel cammino pastorale 2010-2011, sotto la luce sfolgorante di “E’ il Signore” siamo invitati a riprendere quelle “vie” e cercare di ripercorrerle con pazienza e amore, ispirati dallo Spirito Santo.
Quindi, ogni parrocchia e ogni aggregazione laicale devono darsi da fare, impegnarsi in un itinerario proprio e pertinente, proporre iniziative e tempi di riflessioni, di preghiera e di ascolto, senza guardare indietro e senza paura di rompere l’ignavia di molti.
Come è ben noto, la Chiesa viene edificata dallo Spirito di Gesù. Tuttavia Gesù il fondatore ha bisogno delle nostre mani e soprattutto del nostro amore perché la Chiesa è “per noi” e diventa attraente se noi ci stiamo e con noi si fa accoglienza per tutti.

Conclusione

Il nostro impegno pastorale nell’anno 2010-2011 viene così ad essere caratterizzato dalla confessione di fede “E’ il Signore”. Essa dovrà orientare, ispirare, finalizzare il cammino personale di fede e di pratica cristiana come d’altra parte la testimonianza della comunità cristiana.
Si tratta di fare esperienza di Gesù risorto, di riconoscerlo presente nella quotidianità, di attingere a lui ogni senso per le scelte di vita, di testimoniarlo “vivente” e “presente” nella Chiesa, nella famiglia, nella società, traendo da lui la forza della profezia, la gioia della riconciliazione, la volontà di accoglienza reciproca.
La scelta pastorale ravvivi la nostra fede, sia stimolo alla missione, renda coraggiose e vivaci le nostre comunità, attraenti e belle, capaci di suscitare ammirazione e sequela di Gesù.  

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