don FeliceCarissimi parrocchiani e amici,
“il Dio della Misericordia vi conceda serenità e pace”.

Dall’ultima mia lettera aperta, pubblicata sul notiziario di Pasqua, sono stato “visitato” dalla malattia e per ben quattro volte sono stato ricoverato d’urgenza in ospedale nel breve spazio di quattro mesi. E’ stata una prova un poco dura, tenuto conto anche dei miei anni, ma carica di doni umani e soprattutto spirituali.

Grazie delle tantissime preghiere che mi sono state assicurate da molti di voi e anche da tanti amici di paesi lontani. Ora mi dicono che sono guarito, anche se un poco indebolito nelle forze fisiche che non mi permettono di dedicarmi come prima alla mia missione. Ma il Vescovo mi dice di tenere duro. E io lo faccio volentieri per voi e per la Chiesa di Cristo.
     Questa lettera vi arriva quando l’Anno del Giubileo della Misericordia va verso la sua conclusione, mentre noi stiamo per dare inizio al nuovo Anno pastorale 2016-17. Non posso, a questo punto non esprimere la mia gioia per il grande Dono che Papa Francesco, con illuminata ispirazione, ci ha fatto con un Tempo di Grazia e di Misericordia, quale è il Giubileo straordinario. Ancora una volta ringrazio il Signore per avermi fatto pervenire con l’età a gioire per la presenza di Papa  Francesco, da me sempre sognata come utopia… Al di là delle intuizioni, delle sorprese, dei richiami (non da tutti apprezzati, ma è normale) che lui fa alla chiesa ed al mondo… la riscoperta della Misericordia di Dio, di cui è cosparsa la Bibbia, l’ho colta con gioia immensa, sia per la mia persona che per la mia vita di pastore d’anime. Per questo non è possibile quest’anno voltare pagina, ma vogliamo mettere in pratica ciò su cui abbiamo tanto riflettuto nell’anno giubilare che si chiude.
     E lo faremo con la Chiesa diocesana che ci suggerisce di concretizzare tutto ciò, dando in questo nuovo anno pastorale, una particolare attenzione alla istituzione ecclesiale primaria che è la Parrocchia. Il perché è semplice: riflettere per un anno su questo tema?  Perché essa deve essere il luogo dove la Misericordia viene accolta e vissuta insieme, concretizzata e donata insieme. Ci incoraggi il fatto che il nostro Vescovo, alcuni giorni fa in un incontro privato col sottoscritto, non sollecitato ma spontaneamente e con vigore, mi ha detto che ammira la nostra comunità perché è accogliente e gioiosa, aperta alla missionarietà e capace di “andare in uscita” verso la gente, proprio come vuole  Papa Francesco. Ringraziamo allora il Signore per queste cose e rimbocchiamoci le maniche per lavorare ancor meglio e insieme per il Regno di Dio.

Fidenza, settembre 2016

Abbraccio tutti

don Felice Castellani

 

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